mercoledì 31 marzo 2010

Elettricita' e gas. Aumentano gli illeciti contrattuali. Come rivalersi

Sempre più di frequente capita di ritrovarsi cliente di un gestore di energia e/o gas grazie a modalita' commerciali scorrette. La casistica e' varia:
- visita o telefonata di incaricato che non si qualifica, non dice per quale societa' lavora o dice il falso al riguardo (sono di Enel e invece lavora per un gestore concorrente);
- visita o telefonata di incaricato che non dice che sta promuovendo un contratto, ma solo una proposta che si puo' o mno convalidare entro TOT giorni (i venditori giocano sul titolo del documento che si pone alla firma: PROPOSTA DI CONTRATTO, che una volta sottoscritta diventa vincolante per l'utente);
- visita o telefonata di incaricato che non dice chiaramente che sta promuovendo una NUOVA offerta di un venditore del mercato libero DIVERSO da quello attuale (tipico e' il caso di Enel Energia che e' la societa' di Enel che opera sul libero mercato, a differenza di Enel servizio elettrico che opera nel mercato a maggior tutela);
- visita di incaricato che fa firmare una persona al posto di un'altra;
- visita di incaricato che inganna persone anziane o minori;
- 'scoperta' di essere cliente di un'azienda sconosciuta solo quando e' arrivata una bolletta.
Gia' in passato abbiamo denunciato all'Antitrust la condotta commerciale scorretta di gestori operanti nel settore energetico (che somiglia sempre piu' ad una giungla). Sorgenia, Italcogim e non sono mancati provvedimenti dell'Antitrust che hanno condannato altri gestori.
Nelle ultime settimane, pero', il ritmo delle segnalazioni di vendite truffaldine (e di altri disservizi) e' aumentato, sintomo di un fenomeno che non e' frutto di mele marce tra i venditori, ma che e' in un certo senso pianificato dai gestori. Per contribuire allo smascheramento delle societa' non serie e dare materiale in mano all'autorita', abbiamo deciso di aprire un apposito spazio agli utenti nel quale effettuare le loro segnalazioni.

Si abbassa la soglia del tasso d’interesse usuraio (anche per i mutui)

“La soglia oltre la quale i mutui vengono considerati usurai scende per i tassi fissi dall’8,04% al 7,75%, per i variabili dal 4,38% al 3,945%”annunciano con soddisfazione dalla segreteria dell’ADICO.
I nuovi tetti – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini- sono fissati dalla Banca d’Italia ogni tre mesi, prende in considerazione anche le spese di finanziamento, le polizze assicurative, i compensi di mediazione e tutte le forme di remunerazione diverse dal tasso di interesse.
e resteranno validi dal primo aprile al 30 giugno 2010.
In base alla rilevazioni la Banca d’Italia ha, altresi’, segnalato le altre principali categorie di operazioni, stabilendo i seguenti tassi medi: 12,48% per i conti correnti “garantiti e non” fino a 5.000 euro, mentre per quei conti che superano quest’ultimo importo la soglia e’ pari a 9,82%.
18,49% e’ invece il tasso medio massimo consentito su base annua per gli scoperti senza affidamento fino a 1.500 euro; per quelli che vanno oltre questa soglia la percentuale da considerare e’ del 13,12%.
Per anticipi e sconti fino a 5.000 euro il livello e’ il 9,74%. Il tasso scende al 6,31% per i finanziamenti tra i cinquemila e i 100mila euro, mentre se si superano i centomila euro il tasso da applicare e’ il 4,28%.
Capitolo a parte per i prestiti contro la cessione del quinto dello stipendio e della pensione: fino a 5.000 il tasso medio da applicare e’ del 14,86%, oltre i 5mila euro la soglia sale all’11,88%.
Sul fronte del leasing il tasso si posiziona al 14,86% per quello su autoveicoli e aeronavali fino a 25.000 euro e all’11,88% oltre tale cifra; al 3,86% per quello immobiliare; al 9,23% per quello strumentale fino a 25.000 euro e al 5,55% oltre quest’ultimo importo.
Il credito finalizzato e’ caratterizzato da un tasso medio al 13,12% fino a 5.000 euro e all’11,52% oltre questa somma. Il revolving vede al 17,37% il tasso medio per i crediti fino a 5mila euro e l’11,73% per quello superiori.
“Le indicazioni che Bankitalia fornisce trimestralmente sono fondamentali per potenziare la lotta conto l’usura” conclude nella nota il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.

IL 22% dei lavoratori sono stressati

“In Europa lo stress da lavoro colpisce il 22% dei lavoratori” fanno sapere oggi dall’ADICO.
Un dato che trova conferma dall’ultima indagine dell’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), che ne sta discutendo in questi giorni durante la nona conferenza dell’European Academy of Occupation Health Psycology, che vede coinvolti cerca 40 milioni di persone, al punto che allo lo stress sono da ricondurre quasi il 60% delle giornate lavorative perse.
È stato stimato – spiega una nota dell'Ispesl – che il costo relativo allo stress lavoro-correlato è di 20 miliardi di Euro annui, per perdita di lavoro e per costi sanitari, il 3-4% del Pil Europeo. Non solo, un recente studio del European Heart Journal valuta che solo il trattamento sanitario del disturbo depressivo collegato allo stress incide direttamente sull’economia europea con un dispendio pari a 44 miliardi di euro annui e indirettamente, in termini di calo di produttività, con una perdita pari a 77 miliardi di euro.
I grandi cambiamenti nel mondo del lavoro- incalza il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – partire dell’introduzione di nuove tecnologie fino alla diffusione di nuove forme contrattuali flessibili, oltre a portare un profondo mutamento dell’organizzazione del lavoro, hanno introdotto anche nuovi rischi lavorativi.
L'Istituto infatti sottolinea che le cause di insorgenza di stress sono da attribuire ad uno squilibrio cognitivamente percepito tra gli impegni che l’ambiente fisico e sociale impone di fronteggiare e la propria capacità (percepita) di affrontarli; quando si sperimenta una condizione di questo tipo nella realtà lavorativa si parla di stress- lavoro correlato.

IL 31 maggio scade la consegna del “730″

“Saranno 17 milioni quest’ anno i contribuenti che faranno il 730” fanno sapere dall’ ADICO che ricordano a quanti “si affideranno al Caf o ai professionisti abilitati la scadenza è fissata al 31 maggio; che consegnando il modello già compilato non si deve versare alcun compenso”.
Sono abilitati ad utilizzare il modello 730 – si legge nella nota diffusa dall’ADICO – i lavoratori dipendenti, i pensionati, i lavoratori a tempo determinato, chi percepisce redditi di collaborazione coordinata e continuativa, i soci di cooperative, i lavoratori socialmente utili e il personale della scuola a tempo determinato, se il contratto dura almeno da settembre 2009 a giugno 2010.
Sono tenuti a presentare anche una dichiarazione Iva o Irap o il 770 per i sostituti d’imposta, chi non era residente in Italia nel 2009, chi presenta la dichiarazione per conto del contribuente deceduto o chi possiede solo reddito da lavoro dipendente ma il suo datore di lavoro non e’ obbligato ad effettuare ritenute (per esempio chi si avvale di badanti o colf).
Va ricordato aggiunge il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – che il 730, oltre ad essere semplice da compilare, non richiede calcoli e permette di ricevere più velocemente i rimborsi perchè finiscono direttamente nella busta paga di luglio o nella pensione di agosto.
Al modelo vanno allegati il Cud che attesta le ritenute, gli scontrini (ad esempio quello parlante della farmacia) e le ricevute che provano le spese sostenute. Anche quest’ anno, infatti, sono numerose gli sconti fiscali previsti.
Tra le detrazioni più note, ci sono quella del 20% per l’acquisto di mobili, tv e pc finalizzati all’arredo di immobili ristrutturati o quella del 19% per le spese relative agli asili nido. Ci sono poi le proroghe: resta valido il bonus del 20% per la sostituzione di frigoriferi e congelatori con altri ad elevata efficienza, il 55% per gli interventi finalizzati al risparmio energetico, il 36% per le spese di ristrutturazione edilizia, il 19% per quelle di formazione dei docenti e il 19% per i mutui sulla prima casa.
Infine, va ricordato che presentando il modello 730 sarà possibile esprimere la scelta della destinazione dell’8 per mille e del 5 per mille dell’Irpef nell’apposita busta chiusa.

martedì 30 marzo 2010

Antibiotici a pranzo e cena. Con la carne

Ogni anno un consumatore medio ne ingerisce a sua insaputa quasi 9 grammi, l'equivalente di quattro cure
Una cura involontaria, anzi quattro. Ogni anno un consumatore medio di carne ingerisce a sua insaputa quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti a un poker di terapie.
Il nuovo dossier della Lav (Lega anti vivisezione) porta alla luce i rischi sanitari ancora poco conosciuti dai carnivori. L’ingestione continuata di questi medicinali, infatti, può provocare alla lunga disturbi intestinali cronici e può rendere i trattamenti antibiotici inefficaci quando veramente servono.
“PERCHE’ MANGIAMO GLI ANIMALI”
Il dossier «Rischio sanitario degli allevamenti intensivi. Resistenza agli antibiotici e nuove malattie» è stato pubblicato dalla Lav in concomitanza con l’uscita del romanzo-inchiesta di Jonathan Safran Foer “Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?” (Guanda editore). Nell’autobiografia Foer – in Italia in questi giorni – descrive con realismo il sistema degli allevamenti intensivi, mettendone in discussione la necessità e in evidenza le sofferenze inflitte agli animali. Quest’indagine, che ha creato un grande dibattito negli Stati Uniti, ha portato l’autore alla scelta di diventare vegetariano.
ANTIBIOTICI A PRANZO E A CENA
Le condizioni di vita negli allevamenti industriali sono responsabili del debole stato di salute degli animali. Senza i farmaci, quindi, non sarebbe possibile far funzionare alcun allevamento intensivo. Per produrre 1 chilogrammo di carne sono impiegati mediamente 100 mg di antibiotico. I farmaci rimangono spesso nei tessuti degli animali e arrivano nel piatto. Ciò significa che l’italiano medio che consuma circa 87 kg di carne ogni anno (senza considerare i consumi di prodotti ittici) ingerisce involontariamente quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti alla somministrazione di circa 4 terapie antibiotiche ogni anno. «Il consumo di carne comporta rischi sanitari di cui si parla ben poco in Italia – spiega Roberta Bartocci, biologa, responsabile Lav settore Vegetarismo – e di cui raramente i consumatori hanno consapevolezza: dal rischio di assumere antibiotici ‘a pranzo e a cena’, al rischio di venire a contatto con patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici».
I RISCHI PER LA SALUTE
Secondo l’Autorità alimentare europea, Efsa (European Food Security Authority), in molti casi i cibi di origine animale trasmettono all’uomo batteri resistenti agli antibiotici. L’ingestione continuata – tramite la carne – di questi medicinali può provocare alla lunga disturbi intestinali cronici e l’inefficacia degli antibiotici quando ne sorga la necessità. Il rischio è non avere la possibilità di guarire dalle patologie trasmesse da questi batteri, dalle più semplici a quelle che potrebbero avere esiti potenzialmente fatali. Tra questi patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici ci sono anche la Salmonella typhimurium e parathyphimurium (l’infezione si trasmette con le uova e la carne, soprattutto avicola e suina), lo Staphylococcus aureus, Campylobacter coli e jejuni. Ma i rischi maggiori sono quelli che potrebbe causare un altro batterio divenuto resistente: un particolare ceppo di Escherichia coli che provoca colite emorragica e insufficienza renale. La contaminazione del cibo (carne e latte bovino) avviene attraverso le feci dell’animale, ma anche tramite l’acqua. Il maggior fattore di rischio è rappresentato dal consumo di carne macinata di manzo cruda o poco cotta (hamburger disease), ma ne è stata dimostrata la presenza anche in carni di pollo, agnello e maiale.
RADDOPPIO DEI CONSUMI
Secondo la Fao entro il 2050 i consumi mondiali di carne raddoppieranno. Oggi si calcola che gli animali allevati sulla Terra siano circa 10 volte gli umani: si contano 1.300.000.000 di bovini, 1.000.000.000 di suini, 1.700.000.000 di ovini e caprini, ben 52.000.000.000 di avicoli, 900.000.000 milioni di conigli, senza considerare pesci e crostacei. “Raddoppiare questi numeri significa portare al collasso la Terra sotto il profilo ecologico, sanitario ed economico – prosegue Roberta Bartocci -. I cittadini pagheranno sempre di più con la loro salute un metodo di produzione animale altamente rischioso. E’ indispensabile riconvertire il sistema alimentare attuale verso un sistema ‘sostenibile’ iniziando dal non considerare più gli animali come cibo, né come cibo indispensabile perché così non è: proteine, carboidrati, vitamine, sali minerali e benefici grassi sono ampiamente disponibili nel mondo vegetale.”
Carlotta De Leo

lunedì 29 marzo 2010

Aumentano i sessantenni che utilizzano l'home banking

“Sono sempre di più i sessantenni che utilizzano l’home banking per consultare e gestire il proprio conto corrente, pagano bollette, multe, bonifici e confrontano le offerte" si legge nell’ultima nota
diffusa dall’ADICO.
Un dato che trova conferma nell’ indagine un'indagine effettuata dall'Associazione Bancaria Italiana in collaborazione con GfK Eurisko la quale emerge come, a fronte di una crescita media annua dell'11% delle persone che utilizzano il servizio bancario on line, quella della fascia compresa tra i 55 e i 64 anni è cresciuta del 16% e addirittura del 25% per la fascia 65-74 anni.
Questo significa – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – che l’home banking comincia ad essere percepito anche dai più adulti come mezzo per rendere più semplice la vita, attraverso cui potere realizzare da casa quelle azioni solitamente svolte allo sportello con un notevole risparmio di tempo e costi”.
Gli home bankers, spiega l'Abi, giovani o maturi sono in genere clienti di cultura elevata: il 48% ha un'istruzione media superiore e il 20% è laureato. Due terzi sono uomini, e in maggioranza risiedono nel Nord Italia. I clienti dell'eBanking utilizzano Internet anche per raccogliere e scambiare informazioni sulle banche, non si accontentano dell'offerta di una banca sola: il 38% confronta prezzi e servizi navigando spesso in Rete, mentre fra i clienti tradizionali solo il 16% ha questo tipo di approccio.

sabato 27 marzo 2010

Ancora poca trasparenza nei rapporti tra consumatori e banche

Quando si è indispettiti con la banca o con gli intermediari finanziari perché si ritiene di aver subito un torto o di essere stati oggetto di un comportamento scorretto, si hanno diverse strada da percorrere quali il mediatore civile, l’Arbitro bancario finanziario, l’Ufficio reclami presente in ogni istituto bancario” fanno sapere dall’ADICO.
E’ chiaro che “avere più chance per rifarsi con le banche, dimostra anche quanto siano pessimi i rapporti degli istituti con i propri clienti” dichiara il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.
Secondo i dati evidenziati nel suo intervento all’Abi, vice direttore della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola. solo nel 2009 Bankitalia ha ricevuto circa 7.500 esposti, quasi il doppio rispetto a un anno prima e che nella maggior parte dei casi hanno riguardato le condizioni economiche dei conti correnti, soprattutto per l’applicazione delle commissioni su affidamenti e sconfinamenti e massimo scoperto, nonostante i recenti interventi del legislatore.
Normative che – ha sottolineato quindi Tarantola – “continuano, in non pochi casi, ad essere applicate in modo formale, senza il necessario convincimento”. Sono, infatti, “significativi i casi di non piena osservanza della disciplina, che hanno determinato l’irrogazione da parte delle Banca d’Italia di sanzioni pecuniarie, l’invio di lettere di richiamo, la sospensione dell’effettuazione di talune operazioni, la richiesta di restituzione di somme impropriamente percepite”.
Una situazione che ha, quindi, spinto Bankitalia a richiedere “un cambiamento sostanziale perché lo sollecitano il mercato e i consumatori, che spesso lamentano una scarsa qualità delle relazioni con le banche, e perché lo richiede l’Autorità di vigilanza”.

venerdì 26 marzo 2010

Crollano le vendite dei prodotti alimentari

“Le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari a gennaio sono calate dell'1% rispetto a dicembre e del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2009”
Lo rileva l’Istat precisando anche che il dato congiunturale è il peggiore da aprile 2007 mentre quello tendenziale è il peggiore dal marzo 2009, quando segnò il -5,2%. Nel complesso le vendite al dettaglio a gennaio sono diminuite dello 0,5% rispetto a dicembre e del 2,6% rispetto a gennaio 2009.
Rispetto a gennaio 2009 le vendite alimentari risultano essere diminuite del 3,3% mentre quelle dei prodotti non alimentari del 2,3%. Il calo tendenziale è stato forte soprattutto nelle imprese della grande distribuzione (-3,1%) mentre le imprese operanti su piccole superfici hanno segnato un -2,2% su gennaio.
Nell'alimentare gli ipermercati e i supermercati hanno perso il 3% del fatturato mentre i discount alimentare hanno segnato un -2,9%. Sul calo complessivo del 2,6% delle vendite a gennaio lo hanno registrato anche i prodotti farmaceutici (-4,2%) ed informatici (-4,3%). Reggono il settore dell'abbigliamento e delle calzature (-1,2%) ed il settore dei giocattoli, sport e campeggio (-0,9%).
“La crisi economica ha contribuito non solo a svuotare il carrello della spesa ma a modificarlo; il consumatore costretto a tirare la cinghia fa ricorso alle promozioni e agli acquisti effettuati presso i canali più convenienti” fanno sapere dall’ADICO

Irpef regionale: non doveva essere eliminata?

E’di ottobre 2009, l’annuncio della Giunta Regionale del Veneto che aveva preannunciato alla stampa di voler abolire la tassa denominata addizionale regionale IRPEF che grava sugli stipendi dei lavoratori/consumatori, poichè il suo scopo era esaurito” fanno sapere dall’ADICO..
Ecco alcuni lanci di agenzia:
Venezia, ott. 2009- Finalizzata finora al ripianamento del debito in sanità, l'addizionale Irpef applicata dalla Regione del Veneto ha esaurito il suo scopo e viene abolita. "Fino ad oggi il Veneto è stata la Regione che l'applicava in maniera meno pesante – ha detto l'assessore al bilancio, Isi Coppola -, non solo numericamente sui cittadini, perché non erano neanche 500 mila i cittadini che oggi pagavano lo 0,50 di addizionale regionale, ma anche in maniera minore". Soddisfatto anche il Presidente Veneto Galan, che sottolinea come il Veneto sia la prima regione d'Italia che riesce a togliere la tassa. Al microfono di BluradioVeneto ascoltiamo i dettagli però dall'Assessore Isi Coppola.

http://bluradioveneto.it/eventi-news/2010-sparisce-laddizionale-regionale-irpef (registrazione)

(AGI) – Venezia, 27 ott. 2009 – Nessun cittadino veneto nel 2010 sara’ assoggettato all’addizionale Irpef regionale. I motivi che hanno spinto la giunta regionale ad azzerare la manovra tributaria sono stati illustrati oggi dal presidente della Regione Giancarlo Galan e dall’assessore al bilancio Isi Coppola. ‘A partire dal 2002 la Regione del Veneto aveva introdotto l’addizionale Irpef – ha detto il presidente Galan – chiedendo ai cittadini veneti un sacrificio per mantenere la sanita’ regionale a livelli di eccellenza. Tuttavia dal 2003 e’ iniziato un percorso di progressiva riduzione della manovra sia in termini di gettito (passando da 201 milioni di euro del 2002 ai 131 milioni del 2009), sia del numero di contribuenti interessati (dai 2,8 milioni del 2002 a meno di 500 mila del 2009). Il Veneto e’ comunque la Regione con la soglia di esenzione (29 mila euro) piu’ elevata nel panorama nazionale’. ‘Ora e’ anche l’unica Regione in Italia che riesce a togliere l’addizionale Irpef – ha aggiunto Galan – e mettere nelle tasche di 500 mila cittadini soldi in piu’ che possono servire al rilancio della nostra economia. Cio’ e’ possibile grazie al risparmio di risorse realizzato grazie ad una buona amministrazione generalizzata, che ha mantenuto pero’ alti gli standard senza tagliare nessun servizio’. L’assessore Coppola ha spiegato che l’addizionale Irpef veniva impiegata per coprire il differenziale di deficit del servizio sanitario regionale. ‘Quest’anno il sistema e’ a pareggio – ha detto – e ci troviamo quindi nella condizione di poter togliere questa tassa. Nel tempo infatti e’ cresciuto il processo di razionalizzazione del nostro servizio sanitario che resta un’eccellenza a livello nazionale ed europeo’. Per un cittadino veneto con un reddito imponibile pari a 30 mila euro, questa misura si tradurra’ in un risparmio di 150 euro mentre per un cittadino con un reddito imponibile di 50 mila euro il risparmio sara’ di 250 euro. Per un nucleo familiare in cui i due coniugi abbiano un reddito rispettivamente di 35 mila e 30 mila euro, il risparmio fiscale e’ complessivamente pari a 325 euro. L’assessore ha proposto anche una comparazione sui livelli di prelievo fiscale in materia di addizionale Irpef con altre Regioni come la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna. Risulta che se venissero applicate alla base imponibile dell’addizionale Irpef del Veneto le regole fiscali oggi in vigore in Lombardia, i cittadini pagherebbero 113 milioni di euro in piu’; applicando quelle del Piemonte e dell’Emilia Romagna, 239 e 256 milioni di euro in piu’. ‘Invece il Veneto – ha aggiunto – ha scelto di azzerare questa tassa’. L’assessore Coppola ha parlato anche delle misure della Regione a favore delle imprese, soprattutto di quelle che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione, e ha reso noto che nella seduta di oggi la giunta regionale ha approvato anche il bilancio di previsione per il 2010. (AGI)

”Con la presente, a nome di tutti i consumatori che ogni giorno si rivolgono all’ADICO chiediamo di capire il motivo di questo ripensamento oppure se si trattava di mera propaganda elettorale” conclude il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.

In scadenza il termine di presentazione della domanda per la detrazione del 55%

“Ancora pochi giorni di tempo per inviare all’Agenzia delle Entrate i dati per richiedere la detrazione del bonus del 55% per i lavori di riqualificazione energetica iniziati lo scorso anno e ancora in corso” ricordano dall’ADICO.
“Decorso il termine del 30 Marzo non si avrà più diritto a detrarre le spese sostenute lo scorso anno mentre se i lavori verranno realizzati in più periodi d’imposta, l’invio dei dati andrà fatto ogni anno”.
La detrazione, spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini “è possibile usufruirla beneficiando di uno sconto ai fini Irpef o Ires su tutti gli interventi effettuati sugli edifici esistenti (con valore massimo della detrazione fiscale di 100mila euro), sull’involucro di edifici esistenti (la detrazione massima in questo caso ammonta a 60mila euro), sull’installazione dei pannelli solari (stesso tetto di 60mila euro) e sulla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (con 30mila euro massimo di detrazione). Non occorre, nessuna comunicazione se i lavori sono iniziati lo scorso ma non sono sostenute spese fino al 31 dicembre 2009. In questo caso, infatti, la detrazione sara’ tutta sui redditi del 2010. Mentre per le spese che saranno sostenute nel 2010 relativamente a lavori che proseguiranno anche nel 2011 dovrà essere presentata una nuova comunicazione telematica entro il 31 marzo 2011”.
Va ricordato che i termini e le modalità operative, vanno eseguita telematicamente direttamente dall’interessato registrandosi sul sito dell’Agenzia delle Entrate o tramite intermediari abilitati (Caf, professionisti, associazioni di categoria, eccetera). Se, invece, le spese sono sostenute da più di un proprietario o detentore dell’immobile oggetto di intervento, la comunicazione può essere trasmessa soltanto da uno di essi.
Successivamente la comunicazione fatta all’Agenzia delle Entrate i contribuenti interessati al bonus energia devono anche inviare all’Enea – entro 90 giorni dalla fine dei lavori – i dati relativi agli interventi realizzati, collegandosi al sito http://efficienzaenergetica.acs.enea.it.
Non va, dimenticato che vale sempre il divieto di cumulo della detrazione del 55% con altri contributi comunitari, regionali o locali come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione 3/E del 26 gennaio 2010.

giovedì 25 marzo 2010

Consultabili le cifre (da capogiro) di Montecitorio

Ecco i conti segreti di Montecitorio relativi ai contratti e all’albo dei fornitori e degli appaltatori della Camera diffusi solo da poche ore e consultabili sul sito dei radicali www.listaboninopannella.it/trasparenza.
“Circa settecentomila euro annui per la fornitura di materiale di consumo in carta e cartone”, vale a dire lettere intestate, agende e buste personalizzate; oltre centomila euro per pagare l’affitto di un solo ufficio; tre milioni di euro destinati alla stampa; quattro milioni di euro per le pulizie; quasi un milione di euro per il parcheggio e il parco auto; sette milioni di euro per la voce ristorazione: catering, self-service e buffet, ma ci sono anche diecimila euro al mese da destinare al servizio monitoraggio qualità; circa ventitremilaseicento euro per la manutenzione degli orologi” sono alcuni dei numeri sconvolgenti che si possono leggere sul sito.
“Questa lunga lista di voci di spesa è stata, infatti, resa pubblica per la prima volta grazie alla lunga e complicata battaglia (con tanto di sciopero della fame) portata avanti dalla deputata Rita Bernardini” spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.
Così, pallottoliere alla mano, si scopre che nel 2010 la Camera dei Deputati spenderà tra contratti, collaborazioni e consulenze circa 138.890.396,88 euro, ovviamente pagati dai contribuenti.
A fare la parte del leone nelle spese del secondo ramo del Parlamento ci sono gli affitti, con diverse voci. Ma la locazione che balza subito agli occhi è una in particolare, salita da 30 milioni di euro del 2007 ai 46,5 milioni del 2010. Un importo che dalle casse di Montecitorio finisce dritto in quelle di una sola società, “Milano 90 srl” del gruppo Scalpellini e che garantisce la disponibilità dei quattro Palazzi Marini dislocati tra via del Tritone e piazza San Silvestro. E gran parte di questi 204 mila metri quadri sono ripartiti nelle strutture di palazzo Marini destinate agli uffici dei deputati.
Ma a questa spesa, vanno aggiunti più di due milioni tra l’affitto di via Uffici del Vicario e quello dei depositi di Castelnuovo di Porto, oltre che capitoli come 1.360 euro per la servitù di passaggio a via di Campo Marzio 84.
E poi ci sono le convenzioni. Dalla gran mole di dati ne spunta una tra la Camera e il Centro Diagnostico Pantheon, non a carico del bilancio di Montecitorio (è finanziata con una quota di 800 euro al mese che ogni singolo deputato versa ad un Fondo di Solidarietà) ma che consente agli onorevoli e ai loro familiari (anche se coppie di fatto) di ricevere rimborsi per interventi di chirurgia plastica e di accedere ad una serie di prestazioni: cura del sonno a 516,46 euro, shiatsuterapia a 75 euro, elettroscultura o ginnastica passiva a 75 euro, balneoterapia con 1.860 euro di plafond annuo e 3.100 euro l’anno per la psicoterapia.
Restando sul fronte della salute, va detto che 960mila euro vengono spesi per servizi medici e infermieristici, 435mila euro per assistenza medica d’urgenza e 31mila euro per i servizi di ambulanza.
Molti i capitoli relativi anche al parco moto e auto che pesa ben 1 milione e 600 mila euro, a cui vanno aggiunti 557 mila euro di “noleggio a lungo termine auto”, 200 mila euro per il nolo con conducente, 110 mila euro di carburanti e lubrificanti o 21 mila euro per la “manutenzione dei dissuasori”.
Numeri che danno alla testa? Meglio bersi un buon caffè. La Camera vi destina 70 mila euro per la “fornitura di macchine e materiali di consumo”. Ma non è da meno la voce relativa ai ristoranti e alle mense di Montecitorio. Si tratta di oltre 6 milioni e mezzo di euro (e anche qui la Milano 90 srl risulta tra i fornitori). C’è poi il servizio di catering per 150 mila euro.
Come non parlare del servizio di lavanderia: costa 20.000 euro, mentre oltre mezzo milione di euro se ne vanno per la fornitura delle divise e delle camicie dei commessi.
Ma anche una sigaretta costa cara ai contribuenti. L’Istituto Superiore di Sanità percepisce, infatti, 48 mila euro per il “monitoraggio della funzionalità e dell’adeguatezza normativa delle aree attrezzate per fumatori” della Camera.
Allora, meglio distrarsi un po’ con i “corsi di lingua straniera per deputati”: vengono versati 300 mila euro alla Capturator srl, alla Elea Spa, all’Istituto di cultura e lingua russa e alla Training scuola di lingue Company servicies sas. Ma in fin dei conti, i deputati sono amanti della cultura. Basta pensare che prevedono oltre un milione di euro per l’acquisto del patrimonio bibliografico.
E poi c’è il capitolo informatica che costa oltre 10,7 milioni fra manutenzione, servizi di interconnessione a Internet, assistenza postazioni di lavoro informatiche, servizi di videoproiezione, abbonamento a banche dati tecniche o automazione della rassegna stampa.
Per il controllo dei plichi destinati alla Camera, Montecitorio paga invece alle Poste Italiane 37.184 euro.
Infine, sul fronte dei nuovi arredi sono previste spese per 350mila euro divisi fra 17 fornitori. Si arriva a quota 635 mila per il rinnovo e la manutenzione di arredi e tappezzerie in stile. Previsti 50mila euro per il restauro di arredi d’epoca e di antiquariato e 20mila euro per l’assistenza tecnica su casseforti e armadi blindati.

mercoledì 24 marzo 2010

Iniziativa di Beppe Grillo x il caro benzina.

è importantissimo piegare questi maledetti che alzano in
continuazione il prezzo!! (gli americani si sono incazzati
perché gli si è alzata la benzina a 0.75€ per 5 LITRI !!!) e noi paghiamo 1.50€ a litro. . ma siamo impazziti???!!!
Dal Blog di Beppe Grillo parte un'altra iniziativa...(quella precedente era abolire il costo di ricarica delle schede telefoniche prepagate......con ottima riuscita!!!!)
Provare non costa nulla!!!!!!!!!!!!
Giratela ognuno ad almeno 10 contatti, grazie mille!!!!

COME AVERE LA BENZINA A META'PREZZO ?
Anche se non hai la macchina, per favore fai circolare il messaggio agli amici.
Benzina a metà prezzo?
Diamoci da fare...
Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere.
Si sente dire che la benzina aumenterà
ancora fino a 1.50 Euro al litro.
UNITI possiamo far abbassare il prezzo
muovendoci insieme, in modo intelligente e solidale.
Ecco come....La parola d'ordine è
'colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci
da soli'. Posta l'idea che non comprare la benzina in un
determinato giorno ha fatto ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi,si tratta solo di un
pieno differito, perché alla fine ne abbiamo
bisogno!), c'è un sistema che invece li farà ridere
pochissimo, purché si agisca in tanti.
Petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a
credere che un prezzo che varia da 0,95 e 1 Euro al
litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro
scoprire che un prezzo ragionevole anche per
loro è circa la metà. I consumatori possono
incidere moltissimo sulle politiche delle aziende:
bisogna usare il potere che abbiamo.
La proposta è che da qui alla fine dell'anno non si
compri più benzina dalle 2 più grosse compagnie, SHELL ed ESSO, che peraltro ormai formano un'unica compagnia.
Se non venderanno più benzina (o ne venderanno
molta meno), saranno obbligate a calare i prezzi.
Se queste due compagnie caleranno i prezzi, le altre
dovranno per forza adeguarsi.
Per farcela, però dobbiamo essere milioni
di NON-clienti di Esso e Shell, in tutto il mondo.
Questo messaggio è stato inviato ad una trentina di
persone; se ciascuna di queste aderisce e a sua
volta lo trasmette a, diciamo, una decina di amici, siamo a
trecento. Se questi fanno altrettanto, siamo a tremila, e così
via..................
Di questo passo, quando questo messaggio sarà arrivato alla 'settima generazione', avremo raggiunto e informato 30 milioni di
consumatori!
Inviate dunque questo messaggio a dieci persone chiedendo loro di fare altrettanto.
Se tutti sono abbastanza veloci nell'agire, potremmo sensibilizzare
circa trecento milioni di persone in otto giorni! E' certo che, ad agire così, non abbiamo niente da perdere, non vi pare?
Chi se ne frega per un po' di bollini e regali e baggianate che ci
vincolano a queste compagnie.

♥ GRAZIE A MAURO PER L'INFORMAZIONE ♥

Coraggio amici, diamoci
da fare

Le spese fisse soffocano le famiglie

“Le spese fisse soffocano le famiglie italiane incidendo per oltre il 30%” fanno sapere dall’ADICO.
Un dato che trova conferma anche nell’ elaborazione dell’Ufficio Studi di Confcommercio, dove si evince come nel 1970 l’incidenza di queste spese erano inferiori al 19% sul totale dei consumi e nel 2008 hanno superato il 30%.
“Spese fisse quali risultano essere, telecomunicazioni, sanità, affitti, utenze domestiche, servizi bancari e assicurativi; una situazione che, sommata alla recessione, ha stroncato i consumi” dichiara il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.
Ma attenzione, dice Confcommercio, nel solo 2009 si è ridotta la spesa reale per servizi, e questo è un fatto praticamente sconosciuto negli ultimi 40 anni, neppure nel fatidico '93 si era vista una cosa del genere.
“La crisi economica non è affatto alle spalle come sostengono alcuni politici” commenta il presidente dell’ADICO “e il calo dei consumi è il segnale primario delle difficoltà in cui versano le famiglie italiane; il governo deve intervenire incentivi utili nel settore alimentare e in quello della casa, ridurre i prezzi attraverso un netto taglio alla filiera produttiva e mediante una lotta serrata alle speculazioni specie nel settore alimentare e il quello dei carburanti”.

Solo una famiglia su quattro si metterà in viaggio per Pasqua

“Causa la contrazione dei consumi di questo periodo solo una famiglia su quattro si metterà in viaggio per Pasqua” fanno sapere dall’ADICO.
Dalla stessa indagine condotta su 500 famiglie residenti nella provincia di Venezia; risulta che il 68% dei vacanzieri opterà per spostamenti brevi della durata di un paio di giorni al massimo per visite a parenti ed amici, oppure per escursioni nelle città d'arte, ai laghi o alle terme.
Il 23% dei viaggiatori effettuerà 2 o più pernottamenti raggiungendo seconde case o destinazioni a corto o medio raggio. Il restante 9% quelli che si concederanno una vacanza di una settimana, preferendo soprattutto il Mar Rosso e Sharm El Sheikh.
Per quanto riguarda i mezzi utilizzati per gli spostamenti, è emerso che il 67% dei viaggiatori utilizzeranno l'auto, il 19% il treno il 14% l’ aereo.
Tra le città d’arte più ambite dai veneziani riscuotono più successo: Roma in primis 39%; la Toscana 26%, la Liguria 19%. Tra le grandi città europee svettano Parigi, Londra, Barcellona e Amsterdam.

Per coloro che decideranno partire, ecco alcuni consigli redatti dall’ ADICO da tener sempre presente:
•prima di prenotare di confrontare i prezzi con quelli proposti sul catalogo;
•di verificare se nell’importo siano incluse le quote d’iscrizione, l’assicurazione, tasse aereoportuali, eventuali adeguamenti di carburanti;
•se il prezzo si riferisce a una o a più persone;
•cercare i sconti per i bambini;
•per coloro che utilizzano internet di privilegiare i siti più conosciuti che rendono noti i propri recapiti, e di stampare sempre le pagine di offerta e di conferma di acquisto.

I figli in Italia sono un lusso per le famiglie

“In Italia i figli costano più che altrove tanto da diventare addirittura un lusso” fanno sapere dall’ADICO.
Un dato che trova conferma nel Rapporto famiglia Cisf 2009, secondo cui "le politiche adottate nel nostro Paese non solo non riconoscono i costi che le famiglie sostengono per i figli, ma vanno a penalizzare quelle più numerose".
L'indagine del Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf) ha intervistato 4 mila famiglie e dall’elaborazione è emerso che l’incidenza della spesa media mensile per i figli a carico è del 35,3% della spesa familiare totale. Il costo mensile di mantenimento di un figlio per i soli beni indispensabili di età 0-5 anni è pari a 317 euro circa 3.800 euro annui. Le famiglie benestanti, arrivano a spendere per i figli circa l'83% in più delle famiglie povere.
Secondo il Cifs la spesa sociale a favore della famiglia e bambini in Italia è pari all'1,1% del Pil (dati 2005), rispetto al 2,5% della Francia e il 3,2% della Germania; infine dai dati Istat, il Rapporto, evidenzia il rischio di povertà assoluta delle famiglie con l’aumentare del numero di figli.

Contrari alla privatizzazione dell'acqua

“In Italia i figli costano più che altrove tanto da diventare addirittura un lusso” fanno sapere dall’ADICO.
Un dato che trova conferma nel Rapporto famiglia Cisf 2009, secondo cui "le politiche adottate nel nostro Paese non solo non riconoscono i costi che le famiglie sostengono per i figli, ma vanno a penalizzare quelle più numerose".
L'indagine del Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf) ha intervistato 4 mila famiglie e dall’elaborazione è emerso che l’incidenza della spesa media mensile per i figli a carico è del 35,3% della spesa familiare totale. Il costo mensile di mantenimento di un figlio per i soli beni indispensabili di età 0-5 anni è pari a 317 euro circa 3.800 euro annui. Le famiglie benestanti, arrivano a spendere per i figli circa l'83% in più delle famiglie povere.
Secondo il Cifs la spesa sociale a favore della famiglia e bambini in Italia è pari all'1,1% del Pil (dati 2005), rispetto al 2,5% della Francia e il 3,2% della Germania; infine dai dati Istat, il Rapporto, evidenzia il rischio di povertà assoluta delle famiglie con l’aumentare del numero di figli.

sabato 20 marzo 2010

Contributi per ecocase, cucine, elettrodomestici, motocicli, ecc...

Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legge che finanzia i settori in crisi.
Il decreto – spiegano dalla segreteria dell’ADICO – prevede un contributo per chi vuole comprare la cucina nuova, elettrodomestici, ecocase, internet, motori per barche e motocicli.
L'incentivo di maggior rilievo e’ previsto per l’ acquisto di abitazioni in grado di garantire un risparmio energetico del 30% rispetto ad alcuni valori standard identificati in un decreto del 2005. A questi nuovi immobili e’ stato assegnato un contributo pari a 83 euro per metro quadrato di superficie utile (con un massimo di 5.000 euro) per immobili. Ma lo sconto sale a 116 euro al metro quadrato – con il tetto massimo di 7.000 euro – se i consumi energetici migliorano del 50%.
Per quanto riguarda l’acquisto di una cucina, il decreto prevede uno sconto del 10% del costo
fino a 1.000 euro per la sostituzione dei mobili con altri componibili e degli elettrodomestici da incasso ad alta efficienza.
Coloro che opteranno per la sola sostituzione di un singolo elettrodomestico, e’ prevista una serie differenziata di sconti a condizione che gli elettrodomestici siano di classe energetica A+ e dotati delle più aggiornate misure di sicurezza. Nello specifico, per le lavastoviglie lo sconto e’ del 20% fino ad un massimo di 130 euro; stesso bonus per i forni elettrici e i piani cottura ma il limite in questo caso sono 80 euro; per la cappa elettrica si arriva ad un tetto di 500 euro, sempre con il 20% di sconto.
Nel dl incentivi arriva anche un bonus per Internet veloce per i giovani.
Ed ancora. Arrivano sulle due ruote un po’ di milioni di euro. Ci sono, infatti, contributi di 750 euro per chi cambia il vecchio motorino inquinante Euro 0 o Euro 1 con uno nuovo di categoria Euro 3, fino a 400 cc di cilindrata o con potenza non superiore a 70 kw. Ma lo sconto sarà doppio (20% fino a un massimo di 1.500 euro) se il veicolo e’ elettrico.
Previsti aiuti anche per la nautica (lo sconto e’ del 20% con tetto di 1.000 euro per la sostituzione di motori fuoribordo di vecchia generazione con nuovi motori a basso impatto ambientale fino alla potenza di 75 kw) e per le macchine agricole (per le gru a torre che si usano nell'edilizia stesso sconto del 20% ma il valore massimo e’ 30mila euro).
“Detto che gli incentivi scatteranno dal prossimo 15 aprile, va anche chiarito subito che il loro accesso sarà condizionato dal fattore velocità con cui il venditore presenterà la domanda” spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini “perché appena finiranno le risorse messe a disposizione il contributo si bloccherà”.

venerdì 19 marzo 2010

Esodo Pasquale: ecco i consigli per evitare di rimanere intrappolati in auto

Saranno circa 12 milioni i veicoli in circolazione sulla rete gestita da Autostrade per l’Italia nel periodo compreso da venerdi 02 aprile a martedì 06.
“La stima del traffico di Pasqua – fanno sapere dall’ADICO – prevede da venerdi l’inizio delle partenze dalle aree metropolitane verso le località turistiche, con punte massime nel tardo pomeriggio e verso sera per riprendere nella mattinata e nel pomeriggio della vigilia di Pasqua.
Per domenica sono previsti, invece, spostamenti a breve raggio, soprattutto nei tratti del centro-sud del Paese, mentre la mattinata di lunedì vedrà un’intensificarsi di traffico in prossimità delle località interessate da manifestazioni locali.
Ecco alcuni consigli redatti dall’ADICO per coloro che devono mettersi in viaggio in questi giorni e vogliono evitare di rimanere intrappolati nelle code.
•Informarsi sulle condizioni di viabilità, chiamando il Centro Multimediale (06.43632121) e il numero verde del CCISS 1518, o consultando il sito internet di Autostrade per l’Italia www. autostrade. it, il sito di informazione sulla viabilità autostradale www. Infoviabilità. it e Televideo.
•Durante il viaggio consultare le indicazioni real-time sulle condizioni del traffico tramite i Pannelli a Messaggio Variabile ed i notiziari radiofonici quali ad esempio Isoradio 103.3 FM, RTL 102.5, Onda Verde RAI.
•Per pagare il pedaggio in modo facile e veloce evitando di utilizzare denaro contante si consiglia: Telepass, Viacard, Fast Pay e le carte di credito (appartenenti ai circuiti Visa, American Express, Mastercard, Diners Club, Carta Aura e Postamat) ecc..
•Durante il viaggio tenere una condotta di guida attenta e corretta, con un rigoroso rispetto dei limiti di velocità e numerose soste nelle Aree di Servizio. La condotta di guida, infatti, determina il 91% degli incidenti mortali.

Varata la nuova norma che salvaguarda il "Made in Italy"

“Approvata in via definitiva la norma che tutela il vero Made in Italy nei settori pelletteria, calzaturiero e tessile” fanno sapere dall’ADICO.
Una norma – spiega il presidente dell’ ADICO, Carlo Garofolini – che dovrebbe arginare la pratica diffusa da molti anni, di mettere il marchio italiani a prodotti che sono stati fatti interamente all'estero, danneggiando due volte il nostro paese.
La nuova disposizione, votata all’unanimità in commissione Attività Produttive della Camera, dovrebbe essere attiva dal primo ottobre 2010 e prevede che per utilizzare il marchio “prodotto Made in Italy” almeno due delle quattro fasi di lavorazione debbano essere realizzate in Italia, mentre per le restanti fasi l'obbligo di indicare il paese di provenienza.
L'obiettivo, spiega il presidente dell’ADICO è “voler rendere il consumatore più consapevole di quello che compra e salvaguardare le aziende che operano in Italia”.
Mi auguro, conclude nella nota Carlo Garofolini “che questo provvedimento risulti essere compatibile con i principi della concorrenza affinché l’Unione Europea possa condividerlo”.

giovedì 18 marzo 2010

C'e' una merce di scambio nell'ambito del “mercato” dell'informazione pubblica

C'e' una merce di scambio, nell'ambito del “mercato” dell'informazione pubblica, che, pur se assurda e causa di abuso di posizione dominante, e' voluta, difesa, mantenuta e utilizzata alla bisogna dai demagoghi di turno. Stiamo parlando del cosiddetto canone Rai, cioe' l'imposta che si deve pagare per il mero possesso di un apparecchio tv.
I demagoghi che usano questa merce sono sia al Governo che all'opposizione. Dipende dai momenti e dalle opportunita' politiche. Ricordiamo, tra le ultime, la campagna abolizionista dei quotidiani filo-governativi “Il Giornale” e “Libero” e quella attuale del quotidiano dell'opposizione “l'Unita'” per il cosiddetto scippo dell'informazione pubblica che, in campagna elettorale, non trasmette talk-show informativi: si chiede la restituzione (o un uso diverso da quello preposto) di un dodicesimo del canone Rai si' da sopperire ad un mese di assenza di informazione.
Per capire il contesto civico, giuridico e politico di quanto accade oggi, come contributo all'opacita' e alla confusione, contro la decisione Rai si sono anche inserite alcune associazioni di consumatori che hanno detto che intendono avviare una Class Action per la restituzione di questo dodicesimo del canone... materia, questa, esclusa da quelle possibili con class action...
Ma ecco che arriva l'on. Alessio Butti, capogruppo del Pdl in Commissione di Vigilanza Rai, a dar man forte alla chiarezza: “devastante la proposta di evasione del canone”... solo pochi mesi fa, non solo era in atto la campagna dei due quotidiani filo-governativi ma anche il leader del suo partito, nonche' capo del Governo, paventava inviti al non-pagamento del canone visto come la Rai si comportava male nei suoi confronti.
Poveri contribuenti italiani, in che mani sono i loro soldi....

Uova e Colombe: guida alla scelta

Mancano pochi giorni a Pasqua e molti consumatori sono alle prese con gli acquisti di uova e colombe. C’è chi preferisce acquistarli ancora nei piccoli negozi, chi, come la stra grande maggioranza invece preferisce farlo nei grossi supermercati ed ipermercati.
Le ragioni di quest’ultima scelta, – spiega il presidente dell' ADICO, Carlo Garofolini – vanno ricercate nella maggior convenienza del prezzo e nella maggior scelta di prodotti.
Ecco un utile decalogo realizzato dall’ADICO per evitare brutte sorprese od immancabili fregature da tener sempre conto.
•Fare attenzione ai prodotti civetta, cioè quei prodotti venduti sottocosto per attirare il consumatore nel Supermercato.
•Approfittate dell’offerta, ma andate con la lista dettagliata della spesa, obbligandovi a rispettarla. Eviterete di dissipare il vantaggio ottenuto con acquisti di cose inutili.
•E’ importante scegliere con cura il negozio in cui fare gli acquisti.
•Confrontate i prezzi reali. Non fermatevi al prezzo della confezione, spesso hanno pesi diversi. Meglio abituarsi a guardare i prezzi al chilo.
•3 X 2: possono essere offerte vantaggiose ma che ve ne fate di 3 confezioni di colombe? Se non dovete regalarla, ricordatevi che dopo poche scade (dopo 6 mesi, solitamente a luglio).
•Tenere sempre conto della qualità del prodotto:l’unico strumento che avete per valutare la qualità a scatola chiusa, è l’etichetta. Ricordatevi, che la lista degli ingredienti deve essere, per legge, in ordine decrescente di concentrazione. I primi ingredienti sono i più abbondanti e poi, scendendo, diminuiscono di quantità.
Ricordarsi inoltre che:

un cioccolato per essere al top dovrebbe contenere, nell’ordine: cacao in polvere e burro di cacao (pasta di cacao), zucchero, latte in polvere, aromatizzanti naturali. Il burro di cacao è l’elemento più importante: verificate, quindi, a che punto della lista si colloca. Se trovate scritte strane, del tipo, "contiene grassi di sostituzione" abbandonate l’uovo!
Una colomba per essere al top dovrebbe contenere, nell’ordine: farina, zucchero, uova, burro, canditi. In particolare le uova devono essere di categoria A (no all’albume in polvere!), il burro, da preferire decisamente alla margarina, deve essere in quantità non inferiore al 16%, mentre i canditi non devono essere meno del 15% (tra 15 e 20%). Il latte è facoltativo. Se c’è è preferibile che non sia scremato e va decisamente evitato quello in polvere. E i conservanti? Meglio che non ci siano! Se si usano materie prime di qualità non c’è bisogno di conservanti per arrivare alla data di scadenza. La certificazione di un ente indipendente che attesta che il prodotto è ogm-free è indice della serietà della ditta.

mercoledì 17 marzo 2010

Ex An contro ex Forza Italia: volano botte da orbi nella sede milanese del Pdl

Nella sede milanese di Forza Italia sono volati cazzotti e botte tra gli ex di Alleanza Nazionale e gli ex di Forza Italia. Erano presenti alla riunione per definire i rappresentanti di lista ai seggi elettorali anche il coordinatore Guido Podestà con il candidato alle regionali Doriano Riparbelli e il ministro Ignazio La Russa con il consigliere provinciale Gianni Stornaiuolo.

Che i rapporti tra ex di An ed ex di Forza Italia non siano dei migliori è noto almeno dal pasticcio del listino del governatore Formigoni, con nomi cambiati all’ultimo momento e le firme acchiappate al volo.

Ma, lunedì 15 marzo, nella sede del Pdl il nervosismo era a mille. Si discute della manifestazione di sabato prossimo, al ministro La Russa scappa qualche cannonata di parole e Riparbelli, uno che è nel listino di Formigoni e non è amato dagli ex di An, decide di rispondere ai colpi.

L’accusa ministeriale, con il sottinteso del precedente pasticcio liste, è che gli ex di Forza Italia non sono capaci di organizzare neanche una manifestazione. Infamia per Riparbelli, che ridponde che parole del genere non le può accettare «neanche da un ministro».

Il consigliere provinciale Stornaiuolo, che di La Russa è stato anche autista, scatta: «Come ti permetti?». Replica: «Taci tu che sei scappato dalla campagna elettorale». E l’altro: «Sì, perché non voglio aver niente a che fare con te!». Riparbelli si alza, sbatte la porta e se ne va. Si alza anche Stornaiuolo, raggiunge Riparbelli nella stanza accanto e giù botte.

Il malcapitato Riparbelli verrà trovato mezzo svenuto su una scrivania.

Sperperi Rai. Giornalisti pagati ma 'senza incarico': interrogazione parlamentare

Marco Beltrandi, deputato radicale membro della Commissione di vigilanza sulla Rai, ha appreso che la Corte dei Conti starebbe indagando sugli stipendi una dozzina di dirigenti e direttori giornalistici dell'azienda di viale Mazzini regolarmente stipendiati, ma senza alcun incarico. "L'ambito delle anormalita' e' pero' piu' ampio - dichiara Beltrandi-, poiche' la Corte dei Conti indaga anche su una serie di ingenti liquidazioni, come quelle concesse previo patto di non concorrenza all'ex direttore del Tgr e all'ex responsabile della radiofonia che insieme riceveranno una liquidazione di oltre 1,5mln di euro.
E' invece oggetto di un'indagine interna il continuo ricorso a conduttori esterni per i programmi di informazione: la dirigenza rai, invece di affidarli a uno tra i circa 2 mila giornalisti interni all'azienda regolarmente retribuiti ma non impiegati, preferisce ricorrere a professionisti esterni, impoverendo l'azienda. Questa situazione grava pesantemente sui conti Rai, in rosso da troppo tempo e in continuo peggioramento, tendenti ora al viola. Per comprendere con precisione quanto sta accadendo all'interno della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo il deputato radicale ha presentato un'interrogazione al direttore generale Masi, anche perche' la Rai, tra i tanti argomenti per boicottare la campagna elettorale, ha scelto la strada del mancato introito pubblicitario, argomento serio che merita adeguate indagini ed approfondimenti. Per il momento, sino a quando non ricevera' risposta, si potra' ricorrere solo ai motti della saggezza popolare la quale, purtroppo, ci insegna che 'ingannare e' il secondo vizio, il primo e' l'indebitarsi'".

Maiali uccisi per studiare sopravvivenza umana sotto una valanga

Ventinove maiali sarebbero dovuti morire in un esperimento finalizzato a raccogliere dati sulle possibilità di sopravvivenza sotto le slavine. A metà gennaio, in seguito a veementi proteste anche fuori dall'Austria, l'esperimento è stato interrotto. Per dieci suini la decisione è arrivata troppo tardi, gli altri sono stati presi in custodia dalla "Protezione animali del Tirolo". Nel frattempo l'organizzazione animalista "Quattro zampe" e l'associazione tedesca "Cittadini per la corretta gestione degli animali utili" hanno denunciato tre responsabili dell'esperimento per crudeltà verso gli animali.
Il 9 marzo, l'organo giudiziario competente -la Staatsanwaltschaft di Innsbruck- ha archiviato la denuncia con queste motivazioni: il progetto era stato autorizzato dal ministero della Scienza e non risulta che gli esperimenti siano stati condotti in difformità dalle direttive ricevute. I responsabili, tra i quali Peter Paal dell'Università di Medicina di Innsbruck, hanno preso atto con soddisfazione dell'archiviazione, ma fanno notare il danno causato dall'interruzione del progetto che mirava ad accrescere le possibilità di sopravvivenza delle future vittime di valanghe.
Gli animalisti hanno annunciato di non volersi arrendere alla "barbarie" e ai "macabri esperimenti sugli animali".

In tempo di crisi si taglia dentista e a tavola

“Quasi due terzi degli italiani vanno meno dal dentista e mangiano peggio” lo sostiene il rapporto Osservasalute.
Infatti dal rapporto emerge che solo il 39,7% si e' potuto permettere di sedersi dal dentista e solo il 5,6% mangia le porzioni raccomandate di frutta e verdura con la conseguenza di ingrassare di più.
“Andare dal dentista per le falcidiate tasche degli italiani è diventato ormai un lusso, molti per curarsi optano per un viaggio oltre confine, altre chiedono dilazioni di pagamento e rinunciano soprattutto ai controlli” spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.
Per quanto riguarda invece il consumo di frutta e verdura, aggiunge il presidente dell’ADICO, consiglio “acquistare frutta e verdura nei mercati rionali rispetto la Grande distribuzione
oppure direttamente dal produttore, come i farmers' market, i mercati degli agricoltori”.

martedì 16 marzo 2010

Sconsigliati gli occhiali 3D per i bambini

“Gli occhiali 3D al cinema non sono indicati per i più piccoli” fanno sapere dal Consiglio Superiore di Sanità, che in un parere formulato il 2 marzo ha proposto il divieto per i bambini sotto i 6 anni, oltre a stabilire un intervallo più lungo tra primo e secondo tempo e a chiedere il divieto anche per gli occhiali non monouso.
Sono molti i cittadini che hanno segnalato agli uffici dell’ADICO alcuni strani sintomi seguiti alla visione dei film in 3D: nausea, stanchezza agli occhi, effetto mal di mare, e simili.
”Molti occhiali in questione, forniti in molte sale cinematografiche, risultano “Made in China” e non presentano il marchio CE” fanno sapere dall’ADICO.
Il marchio CE, spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini “attesta la conformità del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza, fissati dalle disposizioni comunitarie. L’assenza del rischio di un pericolo grave per i consumatori”.
Infine, la denuncia di alcuni consumatori che hanno segnalato anche che “in alcuni cinema gli occhiali vengono prestati agli spettatori, che devono riconsegnarli al termine della visione. Ciò implica che uno stesso occhiale viene utilizzato più volte da una moltitudine di soggetti, con conseguenze per l’igiene che è facile immaginare”.

lunedì 15 marzo 2010

Aumentano i furti d'identità tramite internet: ecco cosa fare

15 marzo 2010

“Sono in costante aumento le persone rimaste vittime del furto d’identità” dichiarano dall’ADICO.
Si tratta di una leggerezza - fa sapere il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – che viene pagata a caro prezzo sia dalla vittima di turno che si vede svuotare il conto corrente, che dal sistema bancario per cui rappresenta una piaga da 2 miliardi di euro annui.
Secondo Experian, la societa’ italiana che offre informazioni commerciali e servizi d’analisi, “le segnalazioni di tentativi di truffe hanno raggiunto il 40% nel 2009 con un’incidenza di circa 40 casi sospetti ogni 10 mila. Un dato in crescita esponenziale, calcolando che nel 2008 ne erano stato registrati solo 28.
Dalla segreteria dell’ADICO avvertono che “non si tratta solo di contrastare il phishing legato all’utilizzo di email truffa “ma anche i social network, come Facebook, Twitter rappresentano, , una sorta di miniera d’oro di dati personali di cui impossessarsi”.
“Queste possibili frodi – spiega Experian – vedono più persone scambiarsi e condividere informazioni personali proprie o di terzi (come ad esempio documenti d’identità, conti bancari, indirizzi di residenza o recapiti telefonici), per richiedere finanziamenti poi in capo a terzi ignari o destinati a non essere mai più rimborsati”.
Pertanto – consigliamo dall’ ADICO – massima attenzione quando si naviga su Internet o si utilizzano le carte di credito; allarmarsi se scopriamo sul proprio profilo creditizio dei rapporti mai richiesti, se troviamo nell’ estratto conto transazioni sconosciute, se riceviamo corrispondenza o solleciti di pagamento relativi a finanziamenti o servizi mai richiesti.
Se malauguratamente si restasse vittime di una frode creditizia e’ necessario denunciare il fatto alle Forze dell’Ordine o all’ADICO e contattare gli istituti di credito coinvolti per bloccare le linee di credito oggetto della frode.

domenica 14 marzo 2010

23 Marzo 2010 incontro pubblico: Anziani; ecco come evitare le truffe.

Il Comune di Stra (Assessorato alle Politiche Sociali) in collaborazione con Ass.ne ADICO di Mestre organizza Martedì 23 Marzo presso il Centro Ricreativo Culturale di San Pietro di Stra, in via Roma alle ore 16,00 un incontro intitolato:
 
"Anziani: Ecco come Evitare le truffe"
 
Associazione Difesa Un incontro Rivolto al pubblico organizzato dall 'Consumatori ADICO ed il Comune di Stra per FORNIRE alle persone di una certa età una serie di consigli utili per Prevenire raggiri nei Loro Confronti.
Sempre più Spesso, purtroppo, le truffe avvengono in ambiente domestico, Quando tecnici di luce, acqua, gas, promotori finanziari, addetti ai servizi postali O ADDIRITTURA FORZE dell'ordine propongono di entrare in casa per riscuotere un credito, Eseguire un controllo o scambiare Denaro.
Sono per lo più le persone Anziane uno rimanere Vittime di furti, truffe e raggiri da parte di malintenzionati Che si Presentano Loro con modi gentili e Garbati, ma con le dovute Precauzioni si possono Evitare Tali Rischi.
Per questo motivo ADICO, in collaborazione con il Comune di Stra ha accolto l'invito dell'Assessore Stefano Valentini Voler Organizzare un incontro pubblico informativo per Prevenire il fenomeno delle TRUFFE, fornendo ai partecipanti Alcuni consigli su come comportarsi, in casa e fuori, di fronte uno SITUAZIONI poco Chiare.
 "Ritengo Fondamentale il lavoro Che il Comune di Stra - Venezia stia svolgendo su tutto il territorio comunale dal punto di vista della sicurezza e della prevenzione dei Rischi, Soprattutto in please degli Anziani" Nella nota Spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Concludere l'Assessore Stefano Valentini "E 'importante Quindi continuare su questo percorso, intraprendendo forme di collaborazione volte uno Ridurre Eventuali Rischi e Pericoli di Furti, truffe, rapine, Soprattutto ai danni di persone Anziane".

venerdì 12 marzo 2010

Dal 20 Marzo prevista la procedura di conciliazione per liti condominiali, assicurative, sanitarie, ereditarie ecc..

“Dal prossimo 20 marzo sarà un mediatore civile ad occuparsi delle controversie civili e commerciali degli italiani quali ad esempio liti condominiali o a causa dell’ eredità; danni provocati dal medico; controversie bancarie, assicurative o finanziari”, fanno sapere dall’ADICO.
Si tratta di un'importante novità, spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini “introdotta nel Decreto Legislativo 28/2010 che obbliga gli avvocati informare i clienti per iscritto della possibilità di accedere alla nuova procedura di conciliazione piuttosto che andare in Tribunale, pena l’annullamento del mandato”.
Questi in sintesi le principali novità. I cittadini possono scegliere il mediatore liberamente nell’Albo degli organismi di conciliazione del Ministero della Giustizia e, all’atto della presentazione della domanda, verrà fissato anche il primo incontro entro i successivi 15 gironi. Il procedimento potrà anche svolgersi per via telematica; in questo modo non si perderà tempo e ore di lavoro per recarsi fisicamente agli incontri.
Il mediatore ha lo scopo di favorire un accordo amichevole velocemente; le parti hanno quattro mesi a disposizione per far loro la proposta dall’arbitro. Se l’accettano, la lite si interrompe e il verbale di accordo viene omologato dal Giudice.
Se durante questi 120 giorni non ci sarà un accordo allora sarà possibile ricorrere al Tribunale. Nel caso il giudice facesse propria la proposta del mediatore, la parte che l’aveva precedentemente rifiutata verrà obbligata al pagamento delle spese processuali e legali anche della controparte oltre alle tasse aggiuntive.
Gli atti e le dichiarazioni rilasciate durante la fase di mediazione sono coperte dal segreto professionale e non possono essere utilizzate in eventuali procedimenti successivi davanti al giudice.
Per favorire la mediazione, fanno sapere dall’ADICO, al posto del ricorso al tribunale e’ stato previsto un incentivo fiscale: per chi trova un accordo verrà riconosciuto un credito d’imposta rapportato alle spese pagate fino ad un massimo di 500 euro, ridotto della metà in caso di insuccesso della mediazione. Inoltre non sono dovute neanche le spese di registrazione del verbale fino ad un importo della lite pari a 50.000 euro.

giovedì 11 marzo 2010

Ogni anno se ne vanno quattro mesi di stipendio per mantenere le spese di casa

“Gli italiani destinano almeno quattro mesi all’anno del loro stipendio, per pagare le spese di casa” fanno sapere dall’ADICO.
Spese di casa, spiegano dall’ADICO quali le “bollette di acqua, luce e gas, delle rate del mutuo o dell’affitto, delle varie tasse tra nazionali e locali o delle uscite impreviste come i lavori condominiali”.
Secondo il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro si tratta di uno scotto troppo alto da pagare, dal momento che nel resto d’Europa la quota di reddito destinata alla casa arriva appena al 5%, una percentuale quindi cinque volte inferiore rispetto a quella italica del 25%.
Ma il BelPaese si aggiudica anche un altro primato negativo, aggiunge nella nota il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini:”si colloca ai vertici della classifica europea relativa all’aumento del rapporto tra spesa per la casa e totale delle spese delle famiglie. E il confronto con gli altri Paesi e’ spietato; Francia, Inghilterra e Germania sono sotto la media europea, mentre la Spagna vanta addirittura una spesa di circa il 50% inferiore a quella italiana (dati Cnel)”.
Da un rapporto diffuso dalla Cnel, emerge che la percentuale di abitazioni di proprietà e edilizia in affitto, l’Italia e’ solo a metà classifica, molto lontana – soprattutto se si fa riferimento agli affitti sociali – agli standard degli altri paesi europei.
Una situazione, spiega il presidente dell’ADICO “che si aggrava ulteriormente se si analizza la sola voce affitti, dal momento che negli ultimi anni l’accessibilità e’ diventata gravemente insufficiente cosi’, chi non può permettersi di pagare il mutuo, deve anche scordarsi di trovare un immobile in affitto”.
In Italia, infatti, la disponibilità delle casa da locare ammonta al solo 17%. Mentre in Germania la percentuale sfiora il 60%, in Francia supera il 40% e in Gran Bretagna il 30%. Solo Irlanda e Spagna hanno percentuali più basse di quelle registrate nel BelPaese.

mercoledì 10 marzo 2010

Gravissimo introdurre l’arbitrato nelle controversie lavorative

“Nettamente contrario incentivare l'utilizzo dell'arbitrato nelle controversie che regolamentano il rapporto tra imprese e lavoratori” denuncia il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.
Nella nota appena diffusa dall’ADICO si leggono le motivazioni che spinge il presidente a manifestare la propria contrarietà al provvedimento in discussione ritenendo “che l'arbitro rischia di trovarsi tra le mani il potere che un giudice neanche si sognerebbe, quello di giudicare secondo equità, con buona pace di leggi e diritti, primo tra tutti l'articolo 18 che tutela i lavoratori da licenziamenti ingiusti”.
Al momento dell'assunzione è sufficiente che l'azienda imponga nel contratto che le eventuali controversie con il nuovo dipendente siano affrontate in sede di arbitrato e che la decisione sia presa in equità.
Tradotto, l'arbitro potrà emettere una sua sentenza senza neanche aprire lo Statuto dei lavoratori. E il gioco è fatto. Ieri il Senato ha già dato il suo via libera, tocca ora alla Camera e intanto la tensione sale.
"Un taglio ai diritti e un peggioramento netto delle leggi e delle norme sul lavoro che penalizzano soprattutto i giovani" conclude il presidente dell’ADICO, contrario anche “ad abbassare a 15 anni di età; un anno in meno rispetto all'obbligo scolastico a 16 anni; il limite per l’apprendistato”.

Ecco 15 consigli per vivere low cost in tempo di crisi

1) GAS: Gruppi di Acquisto solidale. Sono gruppi di persone che acquistano insieme all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune da ridistribuire tra loro. Si compra direttamente dal produttore locale, scegliendo prodotti biologici ed ecologici che siano stati prodotto nel rispetto delle condizioni di lavoro. Ci si coalizza tra amici, parenti, interi condomini o in ufficio. E per giunta si socializza.
2) BICICLETTA: non inquina e mantiene in forma. Si può andare con la propria bici o affittarla con il Bikesharing. Si può prendere la bici in un punto di bikesharing e lasciarla in un altro, risparmiandosi così di doversela portare dietro necessariamente. Basta una tessera magnetica e la vita nel traffico è può essere meno spiacevole. Del resto che sia con la propria o con una affittata, pedalare non inquina e non crea problemi di parcheggio.
3)CUCINA: in voga la cucina semplice ma buona. Dalla pasta con le patate alle ricette gustose e sane per i bambini. Per imparare a cucinare tornano utili le ricette della nonna, ad esempio di nonna Clara, l’anziana italo-americana che su YouTube offre dimostrazioni della cucina della Grande Depressione. Soprattutto pasta, in tutte le salse, per esempio con patate, piselli e uova. È inglese, invece, il ricettario semplice per mamme senza soldi e senza tempo diventato un best seller. Insomma, anche la cucina è low cost, non solo negli Usa e nel Regno Unito. Si mangia sano, si eliminano spese superflue, e il piatto non piange.
4) DETERSIVI: all’indirizzo biodetersivi.altervista.org ed è una vera scuola di pozioni dove imparare a fare i detersivi in casa. Non soltanto quelli per piatti e stoviglie, ma anche quello da mettere nello spruzzino per i vetri, lo sturalavandini, i deodoranti per ambienti, l’anticalcare e addirittura gli stessi dosatori di detersivi. Basta una regola base: non mescolare mai prodotti acidi con prodotti basici e si possono inventare anche nuove ricette. È la strada della bio-allegria.
5) ENERGIA: lampadine a fluorescenza compatta, spegnere sempre gli apparecchi elettrici, non tenere aperti i rubinetti o montare i frangiflusso per avere la sensazione di toccare più acqua di quella che si lascia scorrere. Anche sulla carta si può risparmiare scrivendo su entrambi i lati di uno stesso foglio. Ogni altro accorgimento è utile se lo spreco non è necessario.
6) FAI DA TE: in casa si possono fare yogurt, pane, burro, birra, cioccolato, biscotti, gelato, vino e anche i liquori. Come? La blogosfera si mobilita, su www.risparmiare-risparmiando, ad esempio, si trovano consigli, istruzioni e procedimenti per ogni tipo di bricolage, anche quello culinario.
7) GRATIS:in Rete si trova un po’ di tutto. C’è la comunità che regala oggetti che non servono: www.freecycle.it. La directory mondiale dei punti wi-fi dove è possibile navigare in Internet gratuitamente http://anchorefree.com. Siti di scambi di ospitalità gratuita come www.servas.it o www.hospitalityclub.org. o il blog del baratto per antonomasia http://oneredpaperclip.blogspot.com. Fuori dalla Rete torna utile l’ultima pagina dei giornali di annunci, quella in cui si offrono oggetti gratuitamente. E per viversi la città a volta basta dare un’occhiata alla voce “gratis” delle guide alla programmazione del week end. Al museo ci si può andare la domenica al mese in cui è gratis e un buon libro si può leggere anche nelle biblioteche comunali.
Ricerca nei mercatini dell’usato, acquisti alle aste via Internet, affitto di accessori firmati e non solo su Web. Sul sito www.suiteatwork.it si scelgono i vestiti ogni settimana, si prendono in prestito e poi si riconsegnano. Lavaggio e stiratura sono compresi nel prezzo. Con il look gratis poi ci si diverte anche.
9) ORTO: il massimo sarebbe usare la terrazza condominiale e trasformarla in un giardino pensile. I vantaggi che si possono ottenere, oltre che estetici, sono anche funzionali: viene infatti ridotta l’escursione termica, aumenta il risparmio energetico, migliora l’isolamento termo-acustico e si riduce l’inquinamento ambientale, grazie alla cattura delle polveri sottili. In assenza di un grande terrazzo, basta un balcone. Oltre alle piante aromatiche, si possono coltivare ortaggi (pomodori, zucchine e melanzane, ad esempio), fragole e insalata.
10) PANE: considerati i costi di rosette e pagnotte, niente affatto comparabili con gli aumenti delle materie prime, tanto vale fare da sé, a casa propria. Sul sito panefattoincasa.net, vengono spiegati tutti i passaggi necessari per impastare e cuocere, e raccontati nel dettaglio i lieviti da usare e i tipi di farina. Serve circa mezz’ora di tempo da dedicare al “prodotto” ma tra spese di materie prime e uso del forno a gas si spendono al massimo 60 centesimi per un chilo di pane, contro gli oltre tre euro che si lasciano dal fornaio.
11) SPINA: detersivi, latte, acqua e perfino grappa alla spina. Si risparmia e non si inquina. Una buona abitudine inaugurata circa due anni fa in Italia ma che sta dando risultati apprezzabilissimi. Solo in Piemonte nel 2008 si è evitata la produzione di 6 tonnellate di plastica e di 3 tonnellate di cartone e si è ridotto il consumo di acqua di 26 milioni di litri. Dati forniti da Ecoalfabeta.blogosfere.it che riporta l’elenco dei supermarket e degli esercizi commerciali che hanno aderito. Nei 12 punti Eco della Crai si vendono alla spina anche caffé, cereali, pasta, riso, caramelle, legumi, spezie, frutta secca. E poiché le confezioni incidono sul costo finale del 30 per cento, il conto è presto fatto.
12) TERMOSIFONI: possedere una propria caldaia vale sempre la regola della prevenzione: una buona manutenzione annuale permette di evitare incidenti rischiosissimi e risparmiare. Ecoage.com, il portale, ecologista indipendente, offre una serie di suggerimenti che messi in pratica riducono per davvero la bolletta. Intanto isolare il cassetto degli avvolgibili sopra la finestra o evitare gli spifferi semplicemente chiudendo le porte e abbassando le tapparelle, è un buon metodo per non disperdere calore. In assenza di doppi vetri e pareti coibentate, basta spurgare regolarmente l’aria in accesso dai radiatori. Vietato coprirli con mobili o tende. Se il termosifone è sotto una finestra, lavorerà di più. Per aumentarne l’efficienza è sufficiente porre una tavola di materiale isolante tra parete e termosifone. Preferire sempre le caldaie a condensazione: si risparmia fino al 20% di metano.
13) UBUNTU: Ubuntu è un sistema operativo libero e completamente gratuito basato su Linux e rientra nella categoria degli “open source”. È un approccio collaborativo allo sviluppo dei programmi: il codice sorgente, il cuore di ogni applicazione è infatti aperto e modificabile da parte di tutti. Questo comporta un continuo miglioramento del programma, una maggiore sicurezza e stabilità (il programma non si blocca o chiude improvvisamente facendo perdere tutto il lavoro) e una documentazione praticamente infinita. Nel caso si Ubuntu si aggiunge anche la facilità di utilizzo. È perfetto per computer portatili, desktop e server e fornisce applicazioni adatte ad ogni esigenza, per l’uso in casa, a scuola o a lavoro. Non si deve mai pagare alcun costo di licenza, né perdere tanto tempo per l’istallazione.
14) VACANZE: voli low cost, naturalmente, da programmare mesi prima su Internet. In tal senso il sito zingarate.com offre un validissimo supporto. In primo piano non solo i viaggi in aereo a prezzi stracciati, ma anche dritte, consigli e suggerimenti su dove alloggiare, come trovarsi un amico per dividere le spese e un forum per evitare le ingenuità del turista fai da te. Per i fortunati che possiedono una casa, lo scambio dell’abitazione è una delle opportunità più gettonate. Basta fare una visitina al vari siti specializzati.
15) ZERO CHILOMETRI: comprare prodotti locali permette al consumatore la garanzia di prodotti rintracciabili, dunque molto più freschi, e a un prezzo assai più conveniente. Scegliendo prodotti locali e di stagione si possono risparmiare più di cento euro al mese sui 467 euro che ogni famiglia versa in media mensilmente per alimenti e bevande. Acquistando direttamente nelle quasi 50mila imprese agricole nazionali è possibile ridurre di un terzo il costo della spesa mentre il latte fresco è disponibile ad un prezzo ridotto di oltre il 30 per cento in uno dei tanti distributori automatici sparsi su tutto il territorio.

Qualcosa non torna nell' adeguamento dei prezzi dei carburanti

“Perfino l'Autorità della concorrenza ha detto che qualcosa non torna nell’ adeguamento dei prezzi dei carburanti quando il greggio sale” fanno sapere dall’ADICO.
La staffetta quotidiana rileva che i rialzi dei carburanti riguardano oggi Agip, Q8, Shell e Tamoil con prezzi che arrivavano a toccare 1,394 euro per la benzina e di 1,234 il gasolio
"Si tratta di aumenti del tutto ingiustificati”, avverte il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini, che spiega: "nel mese di gennaio il costo del petrolio si attestava, come in questi giorni, attorno agli 80 dollari al barile, e la benzina era venduta a circa 1,30 euro al litro ed il gasolio a circa 1,12".
Dall’ADICO calcolano che a causa di queste speculazioni “gli automobilisti, continuano a pagare 150 euro annui in più”.
Da sottolineare infine, “l’ immobilismo del Governo, che dopo aver convocato le compagnie petrolifere non ha preso alcun provvedimento a tutela dei consumatori e varato nessuna misura concreta in grado di contenere i rincari costanti dei carburanti", conclude nella nota il presidente dell’ADICO.

Famiglie italiane sempre più indebitate

Le famiglie italiane sono sempre più indebitate: il totale del debito sfiora i 500 miliardi di euro, afferma Bankitalia. Secondo le ultime rilevazioni contenute nel supplemento al Bollettino statistico della Banca centrale, l'ammontare dei prestiti concessi alle famiglie era infatti a fine gennaio pari a 498.999 milioni di euro, contro i 468.918 milioni di gennaio 2009. In un anno l'aumento e' stato dunque del 6,4%. A crescere sia il credito al consumo che i mutui.
A crescere sia il credito al consumo, a 57 mld rispetto ai 54 mld di gennaio 2009, che i mutui, 282 mld contro 264. Proprio sul fronte dei mutui, si registra un ulteriore calo dei tassi si interesse. A gennaio, il Taeg (ovvero il tasso annuo effettivo globale) è sceso sotto il 3%, al 2,89% dal 3,01% di dicembre 2009. Scende anche il tasso nominale, al 2,75% a gennaio dal 2,88% di dicembre.
Intanto, continuano a crescere le sofferenze. Perché sempre più famiglie e imprese hanno difficoltà ad onorare le rate dei prestiti ottenuti.
I motivi, spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini sono imputabili “sia alla crisi economica che ai bassi tassi d’interesse che spingono le famiglie italiane sempre più spesso a ricorrere a banche o società finanziarie per i propri acquisti”.

Estensa la cassa integrazione a 78 settimane

Un passo importante in avanti, per i lavoratori che stanno vivendo sul filo del rasoio della recessione” fanno sapere dall’ADICO.
Ieri la commissione Lavorodella Camera ha dato voto favorevole (e bipartisan) all'estensione della Cassa integrazione ordinaria da 52 a 78 settimane, un provvedimento che offre un piccolo spazio di manovra a imprese e lavoratori davanti all'onda lunga della crisi economica mondiale.
"L'emendamento della commissione non introduce nuove protezioni ai lavoratori", commenta però il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Secondo cui le norme già esistenti vengono applicate, per far fronte alla crisi, in modo estensivo, al punto che gli ammortizzatori sono spesso in funzione anche oltre i 18 mesi di cui parla la commissione.
Eppure per i sindacati è una novità importante, la Cgil ad esempio dice che "l’emendamento approvato è una prima risposta ad una richiesta da noi sempre sostenuta, ovvero il raddoppio del periodo di CIGO”, osserva la segretaria confederale dell’organizzazione sindacale, Susanna Camusso.
Che però aggiunge: "Nel frattempo il governo fugge dalla discussione sulla crisi con lo slittamento del dibattito in programma mercoledì”. Si dimostra, infine, conclude Camusso, “che è possibile fare scelte volte all’universalità degli ammortizzatori sociali ed è bene che ora si apra il confronto sugli strumenti più idonei ad affrontare una crisi che deve ancora riversare sull’occupazione i suoi effetti più duri”.
Più pragmatici, ma non meno pungenti, alla Cisl. "Come più volte richiesto, è necessario che di fronte al protrarsi della crisi economica e produttiva vengano costantemente prorogati gli ammortizzatori sociali necessari per evitare i licenziamenti", commenta in una nota Giorgio Santini, Segretario confederale della Cisl. Il sindacalista spiega che è particolarmente utile il provvedimento per tutelare i lavoratori nell'area delle aziende non coperte o che non rientrano nei requisiti necessari per la cig straordinaria.
Conclude il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini il quale "si augura , che per questo provvedimento ci sia la necessaria copertura finanziaria e venga approvato prima possibile".

martedì 9 marzo 2010

Nuove tutele per chi naviga in internet: introdotto il limite massimo di spesa

Finalmente l’Unione Europea ha introdotto un tetto massimo ai costi di navigazione su Internet per chi viaggia” si legge nell’ultima nota diffusa dall’ADICO “evitando cosi salassi per i consumatori”.
La nuova direttiva dell’Ue, spiegail presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini prevede che sul traffico dati scaricato nei periodi di permanenza all’estero, le compagnie telefoniche sono infatti obbligate a fissare un limite di euro mensili, quando il consumatore utilizza il cellulare e il computer portatile per navigare su Internet all’estero”.
Il cliente, fanno sapere dall’ADICO deve prima essere avvisato se raggiunge l’80% del plafond e poi, se continua a rimanere collegato, al raggiungimento del massimale previsto la connessione a Internet verrà bloccata automaticamente.
Per quanto riguarda questo tetto, “chi non fa una scelta entro il 1° luglio 2010 avrà un limite imposto di 50 euro. Ma se per esigenze lavorative o personali si è consapevoli di superarlo, allora si potrà scegliere un diverso ammontare massimale personalizzato che si è disposti a spendere. Resta comunque anche in questo caso l’invio dell’avviso raggiunto l’80% dell’importo”.
L’obiettivo di Bruxelles è evidente: tutelare gli internauti che navigano in rete con i propri cellulari e, allo stesso tempo, invogliare i gestori di telefonia mobile a ridurre le tariffe per la connessione a Internet.
Il Commissario europeo responsabile della concorrenza Neelie Kroes, ha infatti spiegato che “la protezione contro le bollette choc per lo scambio di dati in roaming è un utile passo in avanti nella costruzione della fiducia dei consumatori nell’uso della telefonia mobile per navigare su internet quando viaggiano in Europa”.
Mentre per il portavoce della Commissione Europea, Jonathan Todd, questa normative dovrebbe spingere gli operatori europei a ridurre le tariffe di connessione a internet in roaming. “Quando gli utenti si accorgeranno di consumare i loro crediti troppo velocemente – ha spiegato – cercheranno di trovare dei sistemi alternativi per accedere alla rete. Di conseguenza, per evitare di perdere clienti le compagnie dovranno applicare tariffe più competitive”.
Infine, grazie alle nuove norme europee, il prezzo che gli operatori di telefonia mobile pagano tra di loro per lo scambio di un megabyte di dati è stato limitato ad 1 euro, e sarà ulteriormente diminuito nell’arco dei prossimi due anni.
La Commissione è anche intervenuta per calmierare i costi che gli operatori si praticano l’un l’altro all’ingrosso, fissando un tetto di 1 euro a MB, che dovrebbe scendere ulteriormente nei prossimi due anni.